Cafiero, Teresa Maria and Bongiorno, Vincenzo (1944) Contributo anatomoclinico alla conoscenza dell'osteoporosi o morbo di Albers-Schoenberg. Atti della Reale Accademia Peloritana - Classe di Scienze Fisiche, Matematiche e Biologiche, XLV. pp. 378-390.
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Atti_3_1942-43_377_Contributo_anatomoclinico_alla_conoscenza....pdf - Published Version Restricted to users from Unime Download (4MB) | Request a copy |
Abstract
Gli autori studiano dettagliatamente dal punto di vista clinico-ematologico ed anatomoistopatologico un caso di morbo di ALbers-Schönberg, od osteropetrosi, in una bambina di 10 giorni di vita e la cui sintomatologia clinica si manifestò fin dal primo giorno della nascita. Su questo dato e su osservazioni di Autori precedenti sono indotti a ritenere che l'affezione sia congenita.
Discutono le varie concezioni etiopatogenetiche invocate dai vari autori. Escludono che la disendocrinia invocata da alcuni sia il momento etiopatogenetico primitivo ed essenziale che determina il meccanismo di formazione del quadro morboso, in quanto la malattia avendo inizio nella vita intrauterina, ritengono che le lesioni anatomiche non dovrebbero istituirsi quando la vita organica fetale non ha ancora autonomia propria. Scarsa influenza quindi avrebbero le disfunzioni endocrine invocate dai vari autori ed in particolare quella delle paratiroidi.
Ritengono invece che l'iperparatiroidismo, riscontrato da alcuni autori, sia una difesa organica, una iperattività compensatrice vera e propria dell'organismo per ristabilire il perturbato equilibrio metabolico del calcio.
Avanzano l'ipotesi che l'affezione sia dovuta ad una disfunzione plastica evolutiva del mesonchina. Questa ipotesi sarebbe appoggiata dal reperto anatomoistologico di altri organi parenchimali che presentano anche turbe mesenchimali oltre che dal quadro di un perturbamento dell'osteogenesi e del metabolismo del calcio per cui l'affezione avrebbe andamento sempre progressivo fino alla costituzione di alterazioni incompatibili con la vita.
Classificano l'evoluzione del quadro morboso in due forme: acuta e cronica. L'evoluzione nell'una e nell'altra forma presumibilmente sarebbe legata a duplice fattore: da una parte la malignità del quadro morboso in se stesso e dall'altra parte la scarsa difesa organica, cioè per una deficiente attività organica-compensatrice.
Item Type: | Article |
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Subjects: | M.U.S. - Miscellanea > Atti Accademia Peloritana > Classe di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali > 1942-43 |
Depositing User: | Dr V T |
Date Deposited: | 12 Nov 2012 12:11 |
Last Modified: | 12 Nov 2012 12:11 |
URI: | http://cab.unime.it/mus/id/eprint/1781 |
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