Da Carmine Gallone a Luigi Magni: due modi di dire Scipione

Gian Luca Grassigli

Abstract


La figura di Scipione l’Africano è stata variamente utilizzata in diversi momenti della storia della cultura occidentale, un fatto che esprime bene la capacità di significare della figura stessa. In questo intervento si analizzano le due diverse ricostruzioni, entrambe molto aderenti alla lettera delle fonti antiche, proposte in due film girati in fasi molto diverse della storia italiana, quello di Gallone e quello di Magni. Se nel primo il personaggio viene concepito come trasparente allegoria della figura di Mussolini in relazione alla fondazione del cosiddetto impero fascista, nel secondo Scipione, raccontato nella parte finale della sua parabola politica, appare piuttosto lo strumento per l’espressione del carattere ambiguo e oscuro del potere, di cui lo stesso Scipione appare vittima.


The culture of the Western world has variously used the figure of Scipio Africanus in many different moments of its development: a sign of the semantic richness of this figure. My main aim is to reanalyze the two different interpretations proposed in Carmine Gallone’s and Luigi Magni’s movies (1937 and 1971), both of which very close to the ancient sources. In the first Scipio is used as clear allegory of Mussolini, particularly in the relationship with the foundation of the so called fascist italian empire. In the second one Scipio is thought as a victim of the dark and ambiguous characterof the power.


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DOI: https://doi.org/10.13129/2723-9578/APLF.2.2020.57-87

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