Appunti sulle immagini negli scritti di Giraldi Cinthio
Abstract
Il saggio analizza il rapporto di Giraldi con le arti figurative e con le immagini (delle quali si rileva peraltro la notevole ampiezza di significati) e l’incidenza degli aspetti “visivi” nella sua produzione letteraria e teatrale. In particolare, a partire dall’esame di due novelle degli Ecatommiti (VII 1 E VII 10), i cui protagonisti sono artisti (rispettivamente l’incisore bolognese Giovanni Bernardi e Michelangelo Buonarroti), si evidenziano le implicazioni teoriche, poetiche e ideologiche della concezione giraldiana dell’affinità tra arte della parola e arte dell’immagine. Ne deriva un profilo nuovo dell’intellettuale ferrarese, il quale, andando oltre il comune principio rinascimentale dell’ut pictura poesis, valorizza il ruolo professionale e sociale degli artisti, non solo sfumando la tradizionale
opposizione tra arti liberali e arti “meccaniche”, ma usando figure di artisti famosi come proiezioni di sé.
The essay considers Giraldi’s relations with the figurative arts, focusing on the wide range of meanings he gives to images and on the important role these play in his literary and theatrical production. The examination of two novelle from the Ecatommiti (VII 1 and VII 10), whose protagonists are artists (the bolognese etcher Giovanni Bernardi and Michelangelo respectively), will reveal the theoretical, poetical and ideological implications of Giraldi’s views on the affinity between verbal art and visual art. From these views emerges a new image of the Ferrarese intellectual: transcending the well-established Renaissance principle of Ut pictura poesis, he enhances the professional and social role of the artist by
attenuating the traditional contrast between liberal and mechanical arts, and also by using the figures of famous artists as projections of himself.
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DOI: https://doi.org/10.6092/2421-4191/2019.5.265-294
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