Un progetto di formazione in un luogo di genocidio in Bosnia Erzegovina

Luca Bravi

Abstract


Il saggio ricostruisce, dopo una necessaria premessa per descrivere le principali vicende storiche, la politica educativa attuata in Bosnia Erzegovina dopo gli accordi di Dayton del 1995 che segnarono la fine delle guerre nei Balcani. Il progetto «due scuole sotto un tetto» rappresentò un passaggio che fu definito come temporaneo, ma che è tuttora in atto e che ha prodotto scuole con una netta separazione su base etnica. In questo contesto, Srebrenica, la città della Bosnia in cui nel 1995 ebbe luogo il genocidio di più di 8000 persone, diventa esempio di rinascita: il progetto Srebrenica city of hope messo in atto da Irvin Mujcic che fu profugo in Italia e che lasciò la sua città d’origine a 5 anni, per farvi ritorno ormai adulto dopo la guerra, definisce la necessità di costruire percorsi di pace, tanto nell’ambito delle politiche educative nazionali, quanto nel contesto sociale all’esterno della scuola.


The essay analyzes the educational policy implemented in Bosnia and Herzegovina after Dayton agreements (1995) which marked the end of the Balkans wars. The national project «Two schools under one roof» represented a step which was defined as temporary, but which is still ongoing and which has produced schools with a clear separation on an ethnic basis. In this context, Srebrenica, the bosnian city where the genocide of more than 8000 people took place in july 1995, becomes an example of rebirth: the project «Srebrenica city of hope» implemented by Irvin Mujcic who was a refugee in Italy during the war, defines the need to build paths of peace both in the context of national educational policies and in the social context outside the school.


Parole chiave


Storia sociale dell’educazione, Srebrenica, scuola etnica, progetti di pace. Social history of education, Srebrenica, ethnic school, peace projects.

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DOI: https://doi.org/10.13129/2785-0919/argo.3188

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