Isabella Tomasi: storiografia e reinvenzione testuale di un soggetto eccentrico

Serena Todesco

Abstract


Conosciuta come mistica e visionaria dall’attuale critica storiografica e passata alla storia come ‘Venerabile Maria Crocifissa della Concezione’, Isabella Tomasi ha spesso attraversato la letteratura siciliana: già evocata ne Il Gattopardo (1958), sotto il nome di ‘Beata Corbera’, è presente anche nelle riflessioni di Leonardo Sciascia, che ne scrive ne La corda pazza (1970), così come nel romanzo Le pecore e il pastore (2007) di Andrea Camilleri.


Il saggio La santa dei Tomasi (1989) analizza la valenza strategica di Isabella per la famiglia dei Tomasi, osservando il rapporto molteplice tra la condizione della donna all’interno delle famiglie nobili siciliane del XVII secolo e la funzionalità della vita conventuale imposta come strumento di perpetrazione del lignaggio. Il presente intervento esamina il rapporto mutuamente produttivo tra l’analisi storica e il romanzo di Silvana La Spina La creata Antonia (2001), in cui una versione finzionale della figura di Suor Maria Crocifissa radicalizza la funzione sovversiva della monaca visionaria.


Parole chiave


Isabella Tomasi; storiografia; ricostruzione narrativa; soggetto eccentrico; soggettività

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DOI: https://doi.org/10.6092/2240-7715/2016.1.127-140

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