L'attività estrattiva della pomice dell'isola di Lipari nei racconti di alcuni autori siciliani del II dopoguerra

Giuseppe La Greca

Abstract


Nel corso del 1949 il primo autore siciliano che accenna alle cave di pomice è Gaetano Falzone nel suo reportage “Viaggio alle isole Eolie” (…) Le coste dell’isola di Lipari, tra Canneto ed Acquacalda, strapiombano bianche sul mare. Alle falde sono gli stabilimenti per la lavorazione della pomice di cui l’isola è ricca. Le colate bianche sembrano sommergere le attrezzature. Il seno stesso dei monti è traforato e squarciato.
Il contrasto di questo versante con l’altro, quello che si riassume nella grazia luminosa e chiara di Quattropani, è stridente, ma a contrasti di questo genere, solcando le acque dell’arcipelago eoliano, dovremo abituarci. Isole selvagge, con rupi paurose e orridi nereggianti, si alternano a isole fiorite e leggiadre, e montagne candide come la neve a montagne che hanno il colore della ruggine.

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DOI: https://doi.org/10.13129/2240-7715/2021.2.77-96

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