Lipari centro di raccolta profughi 1946-1950
Abstract
Dopo la fine del Secondo conflitto mondiale circa 40 milioni di persone si ritrovarono a vagare per l’Europa. Erano profughi che a causa degli eventi bellici e delle deportazioni erano stati sradicati dalle loro terre. Molti di essi non volevano o non potevano ritornare nei Paesi di origine. L’Italia, anche per la sua posizione geografica, venne a trovarsi tra i paesi maggiormente coinvolti in questa emergenza umanitaria. Tra le migliaia di displaced persons assistite dalle autorità alleate, internazionali e italiane, vi erano molti “indesiderabili”. Questi ultimi, considerati pericolosi venivano inviati nei Centri di raccolta che per le loro caratteristiche e per le funzioni che avevano assolto durante la guerra erano più simili a dei campi di concentramento. Il principale Centro raccolta profughi fu istituto a Fossoli di Carpi sin dal 1946. Dopo pochi mesi, nel centro erano presenti alcune centinaia di internati. Tra di essi vi erano coloro che si erano compromessi con i passati regimi; che avevano commesso dei reati, chi senza documenti era stato arrestato mentre vagava per il Paese o aveva cercato di entrarvi clandestinamente attraverso i confini nazionali. Molte donne erano ex prostitute che avevano accompagnato le truppe belligeranti in vari teatri di guerra, altre erano più semplicemente delle sbandate che avevano perso tutto durante il conflitto. Il gruppo più numeroso presente nel campo era quella dei prigionieri di guerra altoatesini. Questi provenivano in gran parte dalle provincie di Trento e di Bolzano, ed erano stati catturati, con indosso la divisa nazista dagli Alleati durante l’avanzata verso nord. Si trattava di sudtirolesi che nel 1939 avevano optato per la cittadinanza tedesca o si erano arruolati con l’esercito germanico, quando l’intera zona per venti mesi, fu annessa al Terzo Reich.
Full Text
PDFRiferimenti bibliografici
Anonimo, L’attività della Santa Sede, Tipografia poliglotta vaticana, 1949.
Denis Clark, “Swordfish and Stromboli”, Jarrolds Publishers, London, 1951.
Capogreco, C.S., I campi del duce. L’internamento civile nell’Italia fascista (1940-1943).
Sarah Lias Ceide, Scontri tra spie agli inizi della guerra fredda, Federico II University Press, Napoli 2023.
Costantino Di Sante, Fossoli e i centri di raccolta per gli stranieri indesiderabili, Fossoli foundation, 2011.
Guerrino Franzini, Gli stranieri nella Resistenza in Emilia Romagna, in Ai Partigiani stranieri in Emilia, ANPI, Reggio Emilia 1977.
Antonio Morone, L'Italianità degli altri. Le Migrazioni degli ex sudditi coloniali dall'Africa all'Italia, in Altre Italie, gen-giugno, 50/2015.
Gilberto Salmoni, Una storia nella storia, ricordi e riflessioni di un testimone di Fossoli e Buchenwald, a cura di Anna Maria Ori, Ega Editore, Torino, 2005.
Eric Salerno, Mossad base Italia, Il Saggiatore, 2010, pagg. 51 – 63
Matteo Sanfilippo, Ma da Genova e dall'Italia si fuggiva solo in Argentina? © 2003, The Vatican Files.net e "Il Secolo XIX"
Francesco Terzulli, La casa rossa, un campo di concentramento ad Alberobello, Mursia editore, 2003, pp. 211-212.
I Prigionieri in Russia, in La Stampa, 7 agosto 1947, anno III, numero 185
Inter arma caritas, l'Ufficio Informazioni Vaticano per i prigionieri di guerra, II vol. Documenti, città del Vaticano, archivio segreto Vaticano, 2004.
Per una storia dei profughi stranieri e dei campi di accoglienza e di reclusione nell’Italia del secondo dopoguerra in «Studi Emigrazione/Migration Studies», XLIII, n. 164, 2006
DOI: https://doi.org/10.13129/2240-7715/2024.2.27-56
Refback
- Non ci sono refbacks, per ora.