Geografia umana e geografia letteraria della Sicilia: Sciascia su Verga e Pirandello

Frédéric Lefebvre

Abstract


Nei suoi primi saggi di critica letteraria, specialmente in Pirandello e il pirandellismo (1953), Sciascia presenta Pirandello come uno scopritore, come un analista della psicologia umana più penetrante di Verga. Pirandello «scopre […] quella passione che muove e condiziona e domina tutte le altre passioni»: l’«amor proprio», passione «che al Verga sfuggì, diciamo al Verga delle realistiche illusioni di scuola». Sciascia attinge a diversi critici, in particolare allo scrittore D. H. Lawrence, traduttore di Verga. Lawrence opponeva oggettività e soggettività, e osservava giustamente che i personaggi di Verga sono «oggettivi». Ad esempio, il personaggio di Alfio, nella novella Cavalleria rusticana, uccide in duello Turiddu che ha frequentato sua moglie durante la sua assenza. Invece il personaggio di Ciampa, nella commedia di Pirandello Il berretto a sonagli, si sottrae al delitto d’onore e preferisce continuare a fingere d’ignorare che sua moglie lo tradisce con il suo padrone. Sciascia li confronta, valuta la differenza: «Rovesciate l’“oggettività” di Alfio, risalite dalla “catastrofe” (quella catastrofe che Verga si illudeva di sacrificare) allo sviluppo logico delle passioni: e avrete il “soggettivo”, tortuoso, sofistico protagonista del Berretto a sonagli».

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DOI: https://doi.org/10.13129/2240-7715/2024.2.57-74

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