L’INNOVAZIONE DEGLI ASILI INFANTILI NELL’EPOCA APORTIANA: ESEMPIO DI SCUOLE MATERNE IN UN ALTRO PERIODO STORICO

Chiara Giovinazzo, Maurizio Piseri

Abstract


Il presente articolo si propone di delineare una figura importante nel panorama italiano delle scuole infantili: Ferrante Aporti. In seguito ad una breve introduzione, sulla vita e sui momenti salienti del sacerdote cremonese, l’intento è quello di costruire una mappatura delle scuole aportiane e della loro diffusione in Italia, in particolare nelle zone della Lombardia e del Regno di Sardegna. Un attento carteggio presso l’Archivio di Mantova ha consentito di portare alla luce importanti documenti che attestano la diffusione degli asili, la loro condizione e l’amministrazione. Scuole infantili che da un lato rappresentarono un luogo di carità e di accoglienza e un presidio sanitario della prima infanzia, dall’altro un modello di carità che nulla ha a che vedere solo con l’assistenza e il soccorso. Aporti, in realtà, si ricollegò alla tradizione educativa lombarda
della “carità operosa”. L’idea, pertanto, che la carità non sia la risposta ad una emergenza, ma debba formularsi in una progettualità sociale, che mirava alla costruzione di una società ordinata. Aspetti che, secondo l’idea di Aporti, avrebbero portato alla costruzione di un onesto cittadino e di un buon cristiano.

Cet article a le but de présenter une figure importante dans le panorama italien des écoles maternelles: Ferrante Aporti. Après une brève introduction sur la vie et les principaux moments du
prêtre de Crémone, l’objectif est de construire une carte des écoles d’Aporti et de leur diffusion en Italie, en particulier dans les régions de Lombardie et du Royaume de Sardaigne. Une correspondance
attentive aux Archives de Mantoue a permis de mettre au jour d’importants documents attestant de la diffusion des jardins d’enfants, de leur état et de leur administration. Des écoles
maternelles qui représentent d’une part un lieu de charité et d’hospitalité et un centre de santé pour la petite enfance, et d’autre part un modèle de charité qui n’a rien à voir avec la seule assistance et le secours. Aporti renoue en fait avec la tradition éducative lombarde de la “carità operosa”. L’idée était donc que la charité n’était pas une réponse à une urgence, mais devait prendre
la forme d’un projet social, qui visait à construire une société ordonnée. Des aspects qui, selon l’idée d’Aporti, conduiraient à la construction d’un citoyen honnête et d’un bon chrétien.

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DOI: https://doi.org/103271/