DALL’APPRENDIMENTO INTERCULTURALE ALLA PRATICA FORMATIVA TRANSNAZIONALE RIFLESSIVA

Günter J. Friesenhahn

Abstract


A partire dagli anni ‘80, all’interno del discorso pedagogico si sono sviluppate questioni collegate soprattutto con la rapida trasformazione in senso multiculturale delle società europee. La migrazione, la fuga e lo spostamento di manodopera sono solo alcune delle variabili di queste trasformazioni i cui effetti, non sempre positivi, richiedono attenta riflessione. In questi ultimi decenni che segnano la nascita di una prospettiva interculturale nella pedagogia, nella pedagogia sociale e nel servizio sociale, anche l’Unione Europea (allora Comunità Europea) ha lanciato programmi sia per migliorare lo scambio di cittadini europei a vari livelli (scuola, lavoro giovanile, mondo del lavoro) ma anche per facilitare la comprensione reciproca tra i tanti soggetti di culture, lingue ed etnie diverse che ormai convivono negli stessi territori.
In tale contesto sono emerse esperienze e teorizzazioni pedagogiche che descrivono sviluppi con prospettive e connotazioni in parte diverse, esplicitate dalle diverse denominazioni ad esse assegnate di volta in volta. Si è parlato, ad esempio, all’inizio di pedagogia degli stranieri (Ausländerpädagogik) e di educazione multiculturale, poi di pedagogia interculturale, di pedagogia antirazzista e di formazione transculturale. Nei diversi termini sono riconoscibili i differenti orientamenti pedagogici legati alle molteplici aspettative della società nei confronti delle istituzioni formative, che devono fornire ai cittadini le competenze necessarie per vivere nei rispettivi contesti sociali e consentire uno sviluppo fecondo della persona. Interpretando lo spirito degli anni Ottanta, Filtzinger e Friesenhahn hanno sostenuto la tesi secondo cui i contenuti dell’apprendimento interculturale corrispondono agli obiettivi rilevanti per l’individuo e la società e viceversa. L’articolo descrive gli ulteriori sviluppi della pedagogia interculturale affrontando i temi dei mondi di vita transnazionali, delle società post-migranti e della formazione riflessiva.

Seit den 1980er Jahren haben sich in der Pädagogik Diskurse entwickelt, die sich mit dem Wandel der europäischen Gesellschaften durch Migrationsbewegungen und der sich dadurch verstärkenden kulturellen Vielfalt beschäftigen. Migration, Flucht und Verdrängung von Arbeitskräften sind nur eine Variable in diesem Wandel. In diesem Jahrzehnt, in dem die Diskussion um Interkulturelle Pädagogik und interkulturellen Perspektiven in Sozialpädagogik und Sozialer Arbeit fahrt aufgenommen hat, hat auch die Europäische Union (damals Europäische Gemeinschaft) Förderprogramme aufgelegt, um den Austausch der europäischen Bürger auf verschiedenen Ebenen (Schule, Jugendarbeit, Arbeitswelt) zu verbessern und das gegenseitige Verständnis zu erleichtern.
Mit dieser dynamischen Entwicklung entstehen neue Begriffe, die die neuen Entwicklungen mit teilweise unterschiedlichen Perspektiven beschreiben, z.B. Ausländerpädagogik, multikulturelle Erziehung, interkulturelle Pädagogik, antirassistische Pädagogik und transkulturelle Erziehung (vgl. Sirna Terranova 1997). In den verschiedenen Begriffen ist die pädagogische Selbstpositionierung erkennbar und mit den Erwartungen der Gesellschaft an die Bildungseinrichtungen verbunden, die den Bürgern die notwendigen Kompetenzen für das Leben in ihren jeweiligen Gesellschaftsformationen vermitteln und eine produktive Persönlichkeitsentwicklung ermöglichen sollen. Im Geiste der 1980er Jahre formulierten.
Weiterentwicklungen in der interkulturellen Pädagogik werden beschrieben und die Themen transnationale Lebenswelten, post- migrantische Gesellschaften und reflexive Bildung werden angesprochen.

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DOI: https://doi.org/103271/